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Prepararsi al grande giorno

Il parto, uno dei momenti più potenti per una donna, che richiede preparazione, allenamento, impegno. 
Ma non solo rispetto alle nozioni principali da sapere sul travaglio, le contrazioni e tutto ciò che la meccanica del corpo richiede in quel momento.
È anche la mente della donna che deve trovarsi pronta. 

Il parto, uno dei momenti più potenti per una donna, che richiede preparazione, allenamento, impegno. 
Ma non solo rispetto alle nozioni principali da sapere sul travaglio, le contrazioni e tutto ciò che la meccanica del corpo richiede in quel momento.
È anche la mente della donna che deve trovarsi pronta. 🌸

Yoga Bergamo

Pronta a non lasciarsi travolgere dal panico, trovando il coraggio di respirare dentro la paura.
Pronta a non ribellarsi al dolore delle contrazioni, provando ad affidarsi ad esse, perché loro sanno quel che stanno facendo.
Pronta a tifare per il proprio bambino, che sta compiendo la prima gara della sua vita.

Praticare Yoga durante l'attesa prepara la futura mamma ad ascoltare il suo corpo, a respirare nel dolore, e a "lasciar andare" il controllo...affidandosi alla saggezza di quel momento, che sarà perfetto in qualsiasi modo andrà.


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"Fare" o "essere"?

 Nella modalità del "fare" siamo in corsa contro il tempo, eseguiamo azioni in automatico come un robot, in mente abbiamo al primo posto l'agenda degli impegni, e crediamo di ottenere la felicità solo al loro raggiungimento.
Magari siamo anche bravi in quello che facciamo, ma corriamo a tal punto da non accorgercene quasi.
E quando finalmente ci fermiamo, non sappiamo come riempire quella pausa tanto desiderata.

Nella modalità del "fare" siamo in corsa contro il tempo, eseguiamo azioni in automatico come un robot, in mente abbiamo al primo posto l'agenda degli impegni, e crediamo di ottenere la felicità solo al loro raggiungimento.
Magari siamo anche bravi in quello che facciamo, ma corriamo a tal punto da non accorgercene quasi.
E quando finalmente ci fermiamo, non sappiamo come riempire quella pausa tanto desiderata.

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Anche nella modalità dell' "essere" produciamo continuamente azioni, ma la mente rimane focalizzata sulle nostre sensazioni interne.
ll direttore d'orchestra diviene il nostro corpo, che con i suoi bisogni sempre diversi detta il tempo della giornata.
E quando ci accorgiamo di avere una mente sovraffollata di pensieri ripetitivi, ansiosi, o intrusivi, decidiamo di fermarci al pit-stop per ricaricarci di respiro.

⏩Perché si può andare veloci, senza però fare le cose di fretta.
⏩Si possono avere tanti impegni, senza sentirsi per forza annegare.
⏩Si può scegliere di "essere", anche nel bel mezzo del nostro "fare" quotidiano.

E tu, come stai vivendo la giornata di oggi


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Lo psicologo è per i "pazzi"?

Che parole ti vengono in mente se dico "psicologo"?
Forse...«Pazzo», «matto», «esaurimento nervoso»?

Che pensieri ti vengono all'idea di "andare dallo psicologo"?
Forse...«Non è roba per me, io non ne ho bisogno», «che vergogna chi ci deve andare», «lasciamoci andare i matti»?

Ad oggi sono ancora molte le persone che si chiudono con rigidità di fronte alla figura dello psicologo.

Che parole ti vengono in mente se dico "psicologo"?
Forse...«Pazzo», «matto», «esaurimento nervoso»?

Che pensieri ti vengono all'idea di "andare dallo psicologo"?
Forse...«Non è roba per me, io non ne ho bisogno», «che vergogna chi ci deve andare», «lasciamoci andare i matti»?

Psicologo Bergamo

Ad oggi sono ancora molte le persone che si chiudono con rigidità di fronte alla figura dello psicologo.
Non si ha vergogna di andare dal medico per farsi curare un qualsiasi malanno, mentre sale l'imbarazzo anche solo al pensiero di potersi rivolgere a lui.

--> Ritengo invece che praticamente tutti ne avremmo bisogno. 👆

Non solo in quei momenti della vita in cui stiamo male...ma anche quando stiamo bene, per aumentare il nostro stato di benessere in modo attivo e costruttivo.
Per conoscerci meglio, diventando più consapevoli di come funzioniamo, e del perché negli anni siamo arrivati a funzionare proprio in questo modo.
Per scoprire quanto è bello e prezioso avere un professionista che davvero ci ascolta, che si appassiona della nostra vita, che ci dedica un tempo e uno spazio tutti per noi.

Lo psicologo è quindi per i «pazzi»?

Tutt'altro.
È per i coraggiosi, per i curiosi, per gli esploratori di sè stessi, per chi si considera il vero "autore" della sua vita e fa di tutto per renderla ancor più meravigliosa. 🌻

Se ne avrete l'occasione, vi consiglio di approfittarne, senza paura nè vergogna.


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Per chi non si accontenta della superficie

"Lo yoga ci mostra come funziona la mente e ci aiuta a calmare i suoi movimenti, portandoci verso il silenzio. Lo yoga è quindi un'arte e una scienza della disciplina mentale attraverso cui la mente viene educata e sviluppata".

Con queste parole B.K.S. Iyengar (uno dei grandi maestri dello yoga scomparso tre anni fa) descrive questa millenaria disciplina. 🌷

Un obiettivo ambizioso quello che si pone lo yoga, non trovate?

Yoga consapevolezza

"Lo yoga ci mostra come funziona la mente e ci aiuta a calmare i suoi movimenti, portandoci verso il silenzio. Lo yoga è quindi un'arte e una scienza della disciplina mentale attraverso cui la mente viene educata e sviluppata".

Con queste parole B.K.S. Iyengar (uno dei grandi maestri dello yoga scomparso tre anni fa) descrive questa millenaria disciplina. 🌷

Un obiettivo ambizioso quello che si pone lo yoga, non trovate?

Se ci si ferma a un livello superficiale sembrerebbe concentrarsi solo sulla forma fisica, rendendo il corpo tonico e flessibile.
Ma scendendo in profondità agisce invece anche sulla mente, rendendola più tranquilla e meno schiava dei pensieri ripetitivi...che spesso ci conducono ad uno stato di malessere.

Per questo consiglio lo yoga a tutti coloro che ricercano un maggior benessere psicologico, o che desiderano mantenerlo in modo attivo.

Un percorso yogico non si sostituisce ad una buona psicoterapia in caso in cui sussista il bisogno, ma costituisce un suo valido alleato nella strada verso la cura.


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Come sollevare una critica senza scannarsi

Nelle relazioni sociali che viviamo ogni giorno può capitare di imbatterci in un comportamento o modo di fare di qualcuno che proprio non possiamo sopportare.


Il collega che a nostro parere sta svolgendo male un compito, il figlio che lascia sempre le sue scarpe in giro per la casa, il consorte che si mette a guardare lo smartphone mentre siamo a tavola con lui, il vicino di casa che tiene la musica troppo alta...

E allora...come fare per dirglielo senza litigare? Come possiamo far valere il nostro punto di vista senza diventare aggressivi?

Nelle relazioni sociali che viviamo ogni giorno può capitare di imbatterci in un comportamento o modo di fare di qualcuno che proprio non possiamo sopportare.
Il collega che a nostro parere sta svolgendo male un compito, il figlio che lascia sempre le sue scarpe in giro per la casa, il consorte che si mette a guardare lo smartphone mentre siamo a tavola con lui, il vicino di casa che tiene la musica troppo alta...

E allora...come fare per dirglielo senza litigare? Come possiamo far valere il nostro punto di vista senza diventare aggressivi?

La "comunicazione" è una abilità umana che si predispone alla modifica e al miglioramento, se solo ci rendiamo conto di quanto possiamo davvero fare per migliorarci e ci applichiamo con impegno. Quindi la bella notizia è che tutti noi possiamo imparare come sollevare una critica a qualcuno senza per forza scannarsi.

Come abbiamo già visto in un precedente post , esistono tre modi di comunicare: passivo - aggressivo - assertivo.

La modalità vincente per dare voce alla nostra critica senza passare noi dalla parte del torto è assumere una comunicazione assertiva. Vediamo che cosa significa.

Innanzitutto è necessario prendere atto della nostra tensione, rendendoci conto di quale emozione negativa (frustrazione, rabbia, delusione, ecc...) ci sta suscitando quel particolare comportamento, respirandoci dentro per qualche secondo. In questo modo compiamo il primo grande passo: riconosciamo e accogliamo la nostra emozione, legittimandone l'esistenza, senza scaraventare in modo reattivo la tensione sul malcapitato davanti a noi.
Importante quindi è prendersi sempre un po' di tempo per stare con sé stessi, dando voce a ciò che sentiamo, per poi decidere che cosa farcene. Altrimenti se non abbiamo noi chiaro che cosa sentiamo sarà impossibile comunicarlo bene all'altro!

A questo punto prima di aprire bocca ci sono ancora alcune domande che è utile porsi:

  • Qual'è il vero obiettivo che voglio raggiungere con questa critica? Litigare, o c'è un bisogno più profondo sotto? (Nel caso del consorte assorto dal telefonino, potrebbe essere ricevere maggiormente la sua attenzione) 
     
  • E' il momento giusto per comunicare? A volte è più saggio aspettare un secondo momento (ad esempio quando si è da soli senza altre persone attorno)
     
  • Sono emotivamente ben disposto? Se l'emozione che sento è troppo "calda" da non riuscire a farmi usare in modo lucido la testa, è più saggio allontanarmi e riprendere la comunicazione più tardi. 
     
  • L'altra persona è emotivamente ben disposta? Nello stesso modo, è bene assicurarsi che l'altro non sia troppo su di giri, altrimenti l'insuccesso è assicurato. Meglio chiedere un secondo confronto più tardi.

E' ora giunto il momento di aprire bocca per sollevare la nostra critica in modo costruttivo.
Proviamo a seguire queste indicazioni mentre lo facciamo:

Assertività psicologia
  • Critica il comportamento non la persona. Se dici al consorte "non mi guardi mai in faccia mentre mangiamo, sei un egoista" la persona si sentirà giudicata, offesa, e come reazione si metterà sulla difensiva. Se invece dici "quando guardi lo smartphone a tavola mi sento esclusa dal tuo mondo" stai parlando del suo comportamento che ti ferisce, senza giudicare nessuno.
     
  • Chiedi all'altro se condivide la percezione del problema e ascolta bene la sua risposta. A volte abbiamo invece l'istinto di chiudere le orecchie per far valere la nostra idea, costi quel che costi.
     
  • Parla in prima persona. Dire "io mi sento esclusa" esprime soltanto un tuo stato d'animo, l'altro non potrà che prenderne atto senza sentirsi attaccato. Dire "tu mi escludi" punta il dito addosso all'interlocutore che cercherà subito il modo di difendersi o giustificarsi.
     
  • Parla in modo chiaro e diretto. Evita allusioni o sottintesi, non porteranno da nessuna parte.
     
  • Affronta una questione alla volta. Semplifica la comunicazione, ci sarà tempo per affrontare anche le altre questioni.
     
  • Fai precedere la critica da un apprezzamento. Siamo tutti meglio disposti ad aprirci quando ci sentiamo visti e riconosciuti. Quindi partire da un'osservazione positiva aiuterà ad affrontare meglio l'osservazione negativa.

Non serve a nulla usare un atteggiamento aggressivo e agonistico verso l'altro se si vuole arrivare a un cambiamento, piuttosto è utile ricercare la sua collaborazione, affinché dalla critica sollevata si possa arrivare ad un accordo condiviso insieme.
E' chiaro che l'istinto iniziale è quasi sempre quello aggressivo, ma in quanto "animali sociali" siamo capaci di fermarci per aspettare un momento migliore, e modificare concretamente il nostro modo di comunicare se ci impegniamo.

Spero che dopo questo articolo vi venga voglia di provare a sperimentarvi!
E se le prime volte non andrà così bene, provateci e riprovateci ancora...rimanete curiosi di voi stessi, e scoprirete tante risorse che non credevate di avere.

Comunicazione psicologia

E' fondamentale modificare la nostra comunicazione se vogliamo aumentare la probabilità che anche l'altro comunichi bene con noi.
Antonio Tosi


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Con chi ti siedi a tavola?

Mettersi a tavola è un momento sacro nella giornata. Ci costringe a fermarci, sederci, interrompere gli impegni...dandoci un appuntamento fisso con lui, il nostro corpo, e con le altre persone con cui abbiamo la fortuna di condividere il pasto.

Ma spesso c'è un altro commensale seduto con noi...interviene ad intermittenza, disturba, ci distrae dalle sensazioni di pancia. Si mette in mezzo tra noi e gli altri, interrompendo i discorsi con arroganza e presunzione.

Mettersi a tavola è un momento sacro nella giornata. Ci costringe a fermarci, sederci, interrompere gli impegni...dandoci un appuntamento fisso con lui, il nostro corpo, e con le altre persone con cui abbiamo la fortuna di condividere il pasto. 🍒

Ma spesso c'è un altro commensale seduto con noi...interviene ad intermittenza, disturba, ci distrae dalle sensazioni di pancia. Si mette in mezzo tra noi e gli altri, interrompendo i discorsi con arroganza e presunzione.
Sappiamo che è nocivo averlo lì, ma non riusciamo proprio a non invitarlo ogni volta a tavola.

È il nostro cellulare. 📲

Quanti di noi fanno fatica a lasciarlo nell'altra stanza nell'ora del pasto? Io per prima.
E allora per aiutarmi cerco di riporlo lontano da me, almeno mentre mangio, e invito la mia famiglia a fare lo stesso con i loro telefoni.

Cosa ne dite di provarci tutti?

Magari cercando un rituale a inizio pasto in cui i commensali ripongono gli smartphone in una cesta o in un angolino prescelto.

Proviamo a condividere questa intenzione con le persone a noi vicine, insieme sarà più semplice scegliere con che cosa "connetterci"...gli odori e i sapori si faranno più presenti e prelibati, gli occhi dell'altro diventeranno lo spazio più importante dove posare lo sguardo.

 


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Mamma, ho bisogno di te!

Fin dai primi istanti di vita i bambini hanno bisogno di un adulto che si prenda cura di loro, per la legge della sopravvivenza, altrimenti non ce la farebbero da soli.
In questo siamo molto simili agli animali.

Ma come si sviluppa esattamente il legame di attaccamento tra mamma e bambino?
(Dico mamma per comodità, ma si intende il principale adulto di riferimento del bambino)

Psicologia legame di attaccamento

Fin dai primi istanti di vita i bambini hanno bisogno di un adulto che si prenda cura di loro, per la legge della sopravvivenza, altrimenti non ce la farebbero da soli.
In questo siamo molto simili agli animali.

Ma come si sviluppa esattamente il legame di attaccamento tra mamma e bambino?
(Dico mamma per comodità, ma si intende il principale adulto di riferimento del bambino)

Attraverso queste tappe evolutive:

👶Da 0 a 3 mesi:
Il neonato emette segnali di pianto, sorriso, aggrappamento rivolti in modo parzialmente indifferenziato agli adulti (non esclusivamente alla mamma) per incentivare il contatto e la vicinanza. Nonni, zii, papà, amici e parenti possono essere fonte di rassicurazione per il neonato bisognoso di cure.

👶Dai 3 ai 6 mesi:
Inizia a privilegiare la mamma come figura di attaccamento. La usa come fonte di rassicurazione in condizioni di stress e a lei si rivolge prevalentemente.

👶Dai 6 mesi ai 3 anni:
È a tutti gli effetti la sua base sicura per l'esplorazione del mondo e il suo consolatore preferito quando non sta bene. Quando la mamma se ne va manifesta reazioni particolari alla sua separazione. Il legame di attaccamento è ora strutturato e quindi prevedibile dal bambino, che sa cosa aspettarsi da quella particolare mamma.

Clicca per leggere un altro post sull'attaccamento tra mamma e bambino.


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Il tuo primo incontro con lo yoga

Come è andata la tua prima lezione di yoga? 
È stato amore a prima vista o non ti ha entusiasmato più di tanto?

C'è chi ha una specie di colpo di fulmine con lo yoga, si trova subito a suo agio, e decide di iscriversi il giorno stesso della prova gratuita.

C'è chi invece sperimenta noia, disagio, irrequietezza, si chiede chi gliel'ha fatto fare di andare a provare, e per un bel po' si tiene ben lontano da corsi di questo tipo.

Come è andata la tua prima lezione di yoga? 
È stato amore a prima vista o non ti ha entusiasmato più di tanto?

Yoga prima lezione consapevolezza

C'è chi ha una specie di colpo di fulmine con lo yoga, si trova subito a suo agio, e decide di iscriversi il giorno stesso della prova gratuita.

C'è chi invece sperimenta noia, disagio, irrequietezza, si chiede chi gliel'ha fatto fare di andare a provare, e per un bel po' si tiene ben lontano da corsi di questo tipo.

Proviamo a condividere la nostra esperienza... aspetto con piacere i vostri racconti nei commenti al post!

E intanto vi racconto la mia:

🌼Era una mattina d'estate quando, incuriosita, sono andata a praticare yoga per la mia prima volta all'aperto, nel giardino di una biblioteca di Bergamo (era una di quelle lezioni gratuite che la mia città propone generosa ogni estate).

Ricordo che non avevo grandi aspettative a riguardo, se non di tenermi un po' in forma per la prova costume vicina.
E invece...qualcosa di magico è successo tra i fili d'erba di quel prato, tra le tante formiche che risalivano i miei piedi.

La voce di quell'insegnante mi rapì, la sua quiete, il modo dolce con cui ci invitava a respirare nel nostro corpo.
Tutto ciò che mi circondava si faceva sempre meno importante, gli sconosciuti che praticavano accaldati vicino a me, i rumori delle macchine sulla strada, il chiacchiericcio dei pensieri nella mia mente.
C'eravamo solo io e il mio corpo.
Un incontro emozionante.

Erano settimane che non mi veniva il ciclo mestruale per via di un periodo un po' stressante che stavo attraversando.
Tornata a casa quella mattina, il ciclo mi è arrivato.

Da quel giorno non ho più smesso di praticare yoga.🌼


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Ricordarsi di essere consapevoli

Lo sapevate che un aspetto della pratica Mindfulness è "ricordare"?

Non si tratta però di recuperare dalla memoria eventi del passato, come si potrebbe di primo acchito pensare.

Si riferisce all'atto di ricordarsi di essere consapevoli.
Ricordarsi di prestare attenzione al momento presente, attraverso i cinque sensi...lasciando un attimo da parte le cose più o meno sensate che sta producendo la mente. 🌴

Mindfulness meditazione bergamo

Lo sapevate che un aspetto della pratica Mindfulness è "ricordare"?

Non si tratta però di recuperare dalla memoria eventi del passato, come si potrebbe di primo acchito pensare.

Si riferisce all'atto di ricordarsi di essere consapevoli.
Ricordarsi di prestare attenzione al momento presente, attraverso i cinque sensi...lasciando un attimo da parte le cose più o meno sensate che sta producendo la mente. 🌴

Si, perché anche chi pratica da tanti anni la Mindfulness avrà come istinto quello di farsi rapire dal "film" che sta trasmettendo la sua testa, sentendosi il protagonista che non può uscire dallo schermo.

Ma l'allenamento, gli anni di pratica, ci aiutano a "ricordarci" più volte al giorno di prendere meno sul serio quel film, di vederlo solo come una proiezione su un grande schermo...dove possiamo essere non solo l'attore protagonista dentro al film, ma anche uno spettatore in platea.

Ricordandoci che esiste anche questa prospettiva (più distaccata ma pur sempre presente), è possibile vedere le cose con uno sguardo più lucido e più libero. 🍃

Proviamo a "ricordare" a noi stessi, più volte al giorno, che oltre al nostro film preferito esiste tutta una realtà davanti a noi, sempre diversa, che non aspetta altro che essere notata.


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Come va? Come stai?

Quante volte ci sentiamo dire queste due domande, e quante volte le chiediamo a chi incontriamo sulla nostra strada? 
Probabilmente molto spesso.

Parenti, conoscenti, amici, sconosciuti...ogni giorno li incontriamo, e scambiamo con loro brevi conversazioni che cominciano spesso proprio con queste parole. 👥

Purtroppo però quando ci limitiamo a rispondere "bene, grazie, e tu?", e l'altro risponde "bene anche io, grazie", una bella occasione viene persa.
Stiamo davvero sempre così "bene" come dichiariamo al mondo? 

Psicologia bergamo benessere

Quante volte ci sentiamo dire queste due domande, e quante volte le chiediamo a chi incontriamo sulla nostra strada? 
Probabilmente molto spesso.

Parenti, conoscenti, amici, sconosciuti...ogni giorno li incontriamo, e scambiamo con loro brevi conversazioni che cominciano spesso proprio con queste parole. 👥

Purtroppo però quando ci limitiamo a rispondere "bene, grazie, e tu?", e l'altro risponde "bene anche io, grazie", una bella occasione viene persa.
Stiamo davvero sempre così "bene" come dichiariamo al mondo? 
Magari male non stiamo, ma non è riduttivo e semplicistico definire "bene" le mille sfumature che assume il nostro sentire ogni giorno?

Sprechiamo così diverse occasioni per aprirci, raccontare un pezzetto di noi a chi ci sta accanto, incuriosirci delle storie altrui. 

A volte è la corsa contro il tempo che ci fa chiudere così in fretta...altre volte le nostre difese restituiscono al mondo un'immagine positiva di noi anche quando in realtà così bene non stiamo!

La prossima volta che scambieremo queste battute con qualcuno proviamo allora a fermarci un attimo, dedichiamo la nostra attenzione all'essere umano che abbiamo di fronte...scavalchiamo le nostre e altrui difese aprendo il viso, raccontandoci e perdendoci nei racconti dell'altro. 🌻

E che la magia dell'incontro possa davvero avere inizio...


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Psicologa Bergamo e provincia - dott.ssa Sara Citro

Articoli curati dalla Dott.ssa Sara Citro, Psicologa, Psicoterapeuta ed insegnante Mindfulness.


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