Percorsi intrecciati
Yoga e Psicologia.
Due percorsi apparentemente lontani.
Oggi desidero raccontarvi cosa le unisce così profondamente, secondo quanto ho vissuto fin'ora nella mia esperienza personale.
🌼 Quando entro in una posizione yoga scomoda e difficile l'istinto mi porta a stare in apnea, a contrarre i muscoli, e a lasciarla il prima possibile.
Negli anni ho imparato a vedere questo istinto, ma anche a scegliere di non seguirlo.
Allora inizio a respirare, a lasciar fluire l'ossigeno nei muscoli, considerando quella fatica transitoria: non più spaventante.
Così anche la mia mente si apre, scoprendo dettagli curiosi che prima mi era impossibile anche solo percepire.
È incredibile come quella stessa posizione diventi a volte addirittura comoda!
🌼 Quando mi trovo nella vita in una situazione difficile, il mio corpo all'inizio si comporta come nella sala yoga.
Respiro corto, muscoli rigidi, voglia solo di vedermi da un'altra parte, al sicuro e al riparo.
Ma è lo stesso corpo che inizia a suggerirmi una strada alternativa...ovunque sono, da sola o in mezzo alla folla, è nel profondo della pancia che sento la mia ancora: r e s p i r o.
La possibilità di "centrarmi" è per me la chiave.
Questo non vuol dire evitare di star male, di soffrire o di piangere. Tutt'altro.
Permetto alle emozioni difficili di esistere...come onde agitate di uno stesso mare, che tornerà a cullarmi dolcemente.