Psicologia, Yoga Sara Citro Psicologia, Yoga Sara Citro

Percorsi intrecciati

Yoga e Psicologia.

Due percorsi apparentemente lontani.

Oggi desidero raccontarvi cosa le unisce così profondamente, secondo quanto ho vissuto fin'ora nella mia esperienza personale.

Yoga e Psicologia.

Due percorsi apparentemente lontani.

Oggi desidero raccontarvi cosa le unisce così profondamente, secondo quanto ho vissuto fin'ora nella mia esperienza personale.

🌼 Quando entro in una posizione yoga scomoda e difficile l'istinto mi porta a stare in apnea, a contrarre i muscoli, e a lasciarla il prima possibile.

Negli anni ho imparato a vedere questo istinto, ma anche a scegliere di non seguirlo.

Yoga e Psicologia, corpo e mente che si incontrano

Allora inizio a respirare, a lasciar fluire l'ossigeno nei muscoli, considerando quella fatica transitoria: non più spaventante.

Così anche la mia mente si apre, scoprendo dettagli curiosi che prima mi era impossibile anche solo percepire.

È incredibile come quella stessa posizione diventi a volte addirittura comoda!

🌼 Quando mi trovo nella vita in una situazione difficile, il mio corpo all'inizio si comporta come nella sala yoga.

Respiro corto, muscoli rigidi, voglia solo di vedermi da un'altra parte, al sicuro e al riparo.

Ma è lo stesso corpo che inizia a suggerirmi una strada alternativa...ovunque sono, da sola o in mezzo alla folla, è nel profondo della pancia che sento la mia ancora: r e s p i r o.

La possibilità di "centrarmi" è per me la chiave.

Questo non vuol dire evitare di star male, di soffrire o di piangere. Tutt'altro.

Permetto alle emozioni difficili di esistere...come onde agitate di uno stesso mare, che tornerà a cullarmi dolcemente​.


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A piedi scalzi

Prima non li amavo molto, i miei piedi.
Diciamo che non li consideravo proprio: li percepivo più che altro quando indossavo scarpe scomode, quando qualche dolorino li rendeva protagonisti del mio sentire.

Per anni ho danzato, e ricordo che in quei momenti li sentivo eccome i piedi...avvertivo un senso di chiusura e costrizione dentro quelle scarpette da ballo, non vedevo sempre l'ora di toglierle.

Poi un bel giorno sono approdata nel mondo dello Yoga, dove i piedi si tengono nudi sul tappetino. 🐾

Yoga Bergamo

Prima non li amavo molto, i miei piedi.
Diciamo che non li consideravo proprio: li percepivo più che altro quando indossavo scarpe scomode, quando qualche dolorino li rendeva protagonisti del mio sentire.

Per anni ho danzato, e ricordo che in quei momenti li sentivo eccome i piedi...avvertivo un senso di chiusura e costrizione dentro quelle scarpette da ballo, non vedevo sempre l'ora di toglierle.

Poi un bel giorno sono approdata nel mondo dello Yoga, dove i piedi si tengono nudi sul tappetino. 🐾
Inizialmente diffidente, mi ostinavo a tenere i calzini...scivolavo e non ottenevo mai un buon affrancamento al terreno.

Quando mi sono decisa finalmente a liberarmi da quei tessuti, ho iniziato a guardarli e ad afferrarli, come se fossero a me degli sconosciuti.

Pian piano ho scoperto in loro le mie radici, la base solida su cui scaricare tutto il mio peso quando ho bisogno di centrarmi. 🌲
Non guardo più il loro aspetto per trovare bellezza, ho imparato ad ascoltare ciò che mi sussurrano con le loro sottili sensazioni.

⏩ Ad oggi amo praticare scalza, e lo consiglio fortemente a chi segue le mie lezioni...è un incontro con loro, i nostri meravigliosi piedi, troppo un peccato perderselo.


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Pensieri liberi ispirati agli asana

Tante le sensazioni che la pratica Yoga regala al mio corpo, diverse a seconda di come sto quel giorno, di che periodo sto attraversando: ogni volta è un incontro nuovo con lo spazio più profondo che risiede dentro di me.

Desidero condividere una raccolta di pensieri ispirati alle sensazioni che alcuni asana (posture fisiche dello Yoga) sanno donarmi...che possano essere fonte di ispirazione per la vostra pratica personale o semplicemente uno spunto di riflessione.

Tante le sensazioni che la pratica Yoga regala al mio corpo, diverse a seconda di come sto quel giorno, di che periodo sto attraversando: ogni volta è un incontro nuovo con lo spazio più profondo che risiede dentro di me.

Desidero condividere una raccolta di pensieri ispirati alle sensazioni che alcuni asana (posture fisiche dello Yoga) sanno donarmi...che possano essere fonte di ispirazione per la vostra pratica personale o semplicemente uno spunto di riflessione.

 

Yoga Urdhva Dhanurasana

URDHVA DHANURASANA (ARCO)

Apertura, forza e vulnerabilità: con la forza di braccia e gambe che spingono a terra, esponi il tuo cuore alla vita, e fidandoti ti lasci andare.


Yoga Salamba Sarvangasana candela

SALAMBA SARVANGASANA (CANDELA)

Quando spalle, anche e caviglie trovano il loro armonioso allineamento, la leggerezza ti permette di spingere le dita dei piedi verso il cielo, respirando aria di libertà.


Yoga ARDHA CHANDRASANA (MEZZA LUNA)

ARDHA CHANDRASANA (MEZZA LUNA)

Il corpo registra, con il tempo, il lavoro, e dona sensazioni ed emozioni che integrano e completano mente e cuore: impara ad ancorarsi alla terra, a volare verso il cielo, il tutto nello stesso istante.


KAKASANA (CORVO)

Quando ti spingi in avanti piano piano, un centimetro alla volta, in cerca del tuo equilibrio con consapevolezza, doni alle gambe la leggerezza che permette loro di salire insieme e senza scatti, e allo spirito la possibilità di sentirsi forte.

Yoga Kakasana corvo

Yoga Astavakrasana otto curve

ASTAVAKRASANA (OTTO CURVE)

Senza fretta, sperimentando la distribuzione del peso con curiosità, puoi distendere lateralmente le gambe, rendendoti conto che il lavoro è solo in minima parte legato alla forza delle tue braccia. Dedicandoti, puoi farcela.


HANUMANASANA (SCIMMIA)

La tua presenza fisica si espande nello spazio circostante, la tua mente di apre a nuove prospettive, il tuo cuore sente di non essere solo, tutto si unisce e si allarga.

Yoga Hanumanasana scimmia

Yoga Adho Mukha Svanasana (cane a testa in giù)

ADHO MUKHA SVANASANA (CANE A TESTA IN GIU')

Le prime volte che accedi alla posizione, l'abbaiare del cane che si ribella può assordare le orecchie, ma una volta diventati amici, ti chiedi come faresti ora senza i suoi rassicuranti benefici.


Yoga Eka Pada Rajakapotasana (re dei piccioni)

EKA PADA RAJAKAPOTASANA (RE DEI PICCIONI)

La completezza di questa posizione è totalizzante, ogni centimetro del corpo è impegnato nella realizzazione di questa opera d'arte, mentre il respiro si occupa di dirigere l'orchestra.


Yoga Ustrasana (cammello)

USTRASANA (CAMMELLO)

Ricordandoti di allungare la schiena con l'ispirazione prima di fletterla indietro con l'espirazione, eviti di sentire l'effetto "pinza" sulle lombari, permettendo alla schiena di inarcarsi con serenità d'animo.


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Prepararsi al grande giorno

Il parto, uno dei momenti più potenti per una donna, che richiede preparazione, allenamento, impegno. 
Ma non solo rispetto alle nozioni principali da sapere sul travaglio, le contrazioni e tutto ciò che la meccanica del corpo richiede in quel momento.
È anche la mente della donna che deve trovarsi pronta. 

Il parto, uno dei momenti più potenti per una donna, che richiede preparazione, allenamento, impegno. 
Ma non solo rispetto alle nozioni principali da sapere sul travaglio, le contrazioni e tutto ciò che la meccanica del corpo richiede in quel momento.
È anche la mente della donna che deve trovarsi pronta. 🌸

Yoga Bergamo

Pronta a non lasciarsi travolgere dal panico, trovando il coraggio di respirare dentro la paura.
Pronta a non ribellarsi al dolore delle contrazioni, provando ad affidarsi ad esse, perché loro sanno quel che stanno facendo.
Pronta a tifare per il proprio bambino, che sta compiendo la prima gara della sua vita.

Praticare Yoga durante l'attesa prepara la futura mamma ad ascoltare il suo corpo, a respirare nel dolore, e a "lasciar andare" il controllo...affidandosi alla saggezza di quel momento, che sarà perfetto in qualsiasi modo andrà.


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Per chi non si accontenta della superficie

"Lo yoga ci mostra come funziona la mente e ci aiuta a calmare i suoi movimenti, portandoci verso il silenzio. Lo yoga è quindi un'arte e una scienza della disciplina mentale attraverso cui la mente viene educata e sviluppata".

Con queste parole B.K.S. Iyengar (uno dei grandi maestri dello yoga scomparso tre anni fa) descrive questa millenaria disciplina. 🌷

Un obiettivo ambizioso quello che si pone lo yoga, non trovate?

Yoga consapevolezza

"Lo yoga ci mostra come funziona la mente e ci aiuta a calmare i suoi movimenti, portandoci verso il silenzio. Lo yoga è quindi un'arte e una scienza della disciplina mentale attraverso cui la mente viene educata e sviluppata".

Con queste parole B.K.S. Iyengar (uno dei grandi maestri dello yoga scomparso tre anni fa) descrive questa millenaria disciplina. 🌷

Un obiettivo ambizioso quello che si pone lo yoga, non trovate?

Se ci si ferma a un livello superficiale sembrerebbe concentrarsi solo sulla forma fisica, rendendo il corpo tonico e flessibile.
Ma scendendo in profondità agisce invece anche sulla mente, rendendola più tranquilla e meno schiava dei pensieri ripetitivi...che spesso ci conducono ad uno stato di malessere.

Per questo consiglio lo yoga a tutti coloro che ricercano un maggior benessere psicologico, o che desiderano mantenerlo in modo attivo.

Un percorso yogico non si sostituisce ad una buona psicoterapia in caso in cui sussista il bisogno, ma costituisce un suo valido alleato nella strada verso la cura.


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Il tuo primo incontro con lo yoga

Come è andata la tua prima lezione di yoga? 
È stato amore a prima vista o non ti ha entusiasmato più di tanto?

C'è chi ha una specie di colpo di fulmine con lo yoga, si trova subito a suo agio, e decide di iscriversi il giorno stesso della prova gratuita.

C'è chi invece sperimenta noia, disagio, irrequietezza, si chiede chi gliel'ha fatto fare di andare a provare, e per un bel po' si tiene ben lontano da corsi di questo tipo.

Come è andata la tua prima lezione di yoga? 
È stato amore a prima vista o non ti ha entusiasmato più di tanto?

Yoga prima lezione consapevolezza

C'è chi ha una specie di colpo di fulmine con lo yoga, si trova subito a suo agio, e decide di iscriversi il giorno stesso della prova gratuita.

C'è chi invece sperimenta noia, disagio, irrequietezza, si chiede chi gliel'ha fatto fare di andare a provare, e per un bel po' si tiene ben lontano da corsi di questo tipo.

Proviamo a condividere la nostra esperienza... aspetto con piacere i vostri racconti nei commenti al post!

E intanto vi racconto la mia:

🌼Era una mattina d'estate quando, incuriosita, sono andata a praticare yoga per la mia prima volta all'aperto, nel giardino di una biblioteca di Bergamo (era una di quelle lezioni gratuite che la mia città propone generosa ogni estate).

Ricordo che non avevo grandi aspettative a riguardo, se non di tenermi un po' in forma per la prova costume vicina.
E invece...qualcosa di magico è successo tra i fili d'erba di quel prato, tra le tante formiche che risalivano i miei piedi.

La voce di quell'insegnante mi rapì, la sua quiete, il modo dolce con cui ci invitava a respirare nel nostro corpo.
Tutto ciò che mi circondava si faceva sempre meno importante, gli sconosciuti che praticavano accaldati vicino a me, i rumori delle macchine sulla strada, il chiacchiericcio dei pensieri nella mia mente.
C'eravamo solo io e il mio corpo.
Un incontro emozionante.

Erano settimane che non mi veniva il ciclo mestruale per via di un periodo un po' stressante che stavo attraversando.
Tornata a casa quella mattina, il ciclo mi è arrivato.

Da quel giorno non ho più smesso di praticare yoga.🌼


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Lo Yoga attraverso gli occhi dei bambini

Lo Yoga è prerogativa solo dei grandi o si può trasmettere anche ai più piccoli?

Lo ha fatto Giulia Boffelli (studentessa di Psicologia all'Università Cattolica di Milano e praticante yoga presso MenteConsapevole) all'interno di una Scuola Materna della bergamasca...e con la sua dolcezza ha portato diciannove bimbe curiose ad appassionarsi sempre più a questa disciplina!
Ecco il suo racconto.

 

Lo Yoga è prerogativa solo dei grandi o si può trasmettere anche ai più piccoli?
Lo ha fatto Giulia Boffelli (studentessa di Psicologia all'Università Cattolica di Milano e praticante yoga presso MenteConsapevole) all'interno di una Scuola Materna della bergamasca...e con la sua dolcezza ha portato diciannove bimbe curiose ad appassionarsi sempre più a questa disciplina!
Ecco il suo racconto.


La passione verso lo Yoga e la curiosità verso il mondo magico dei bambini mi ha condotto ad uno stage, “Danzare colori e mandala”, tenutosi a San Paolo d’Argon (BG) e guidato dall’insegnante Lorena Bugatti, che ben presto mi avrebbe aperto una strada in cui la maestra ero io.

Giulia e le sue compagne durante lo stage "danzare colori e mandala"

Giulia e le sue compagne durante lo stage "danzare colori e mandala"

Praticante di Hatha Yoga da tre anni e interessata alla cultura indiana da molti di più, inizialmente ho pensato di parteciparvi per arricchire la mia conoscenza e la mia esperienza nello Yoga, riconoscendone l’importanza fin dai primi passi di vita, quando ancora la spontaneità e i mille perché dei bambini non conoscono filtri ma vivono il qui e ora del movimento.

Il percorso formativo mi ha insegnato ad ascoltare la voce del bimbo interiore spogliandomi delle maschere dell’adulto: osservare la parte infantile per divenire adulta è un prerequisito non solo per divenire maestra, ma anche per avvicinarsi in modo più autentico alla vita.

Pochi giorni dopo la partecipazione al seminario, sono stata contattata per iniziare questa esperienza alla Scuola Materna Teresa Zanchi ad Almè, dagli inizi di ottobre fino a maggio: una notizia che mi ha emozionato fin da subito, ma allo stesso tempo mi ha aperto a dubbi circa le mie effettive competenze. Di fronte alla proposta, ho scelto di lasciare tutte le mie incertezze al buio e intraprendere una iniziativa che, per quanto nuova e inaspettata, mi avrebbe permesso di sperimentarmi e guardare lo Yoga da un altro punto di vista, quello vissuto attraverso gli occhi dei bambini.

La sala della scuola materna di almè dove si svolge il progetto

La sala della scuola materna di almè dove si svolge il progetto

Dopo aver concordato il giorno (venerdì) e la durata (60 minuti), diciannove bambine hanno scelto di aderire a questo modulo pomeridiano: chi per curiosità, chi ancora un po’ incredula e chi ancora un po’ incerta dietro le lacrime per la mamma che l’ha lasciata da sola di fronte ad una sconosciuta. E così ha inizio il percorso: arrivo all’asilo, scendo nell’aula in cui si svolge anche l’attività di psicomotricità, preparo il tappeto e lo stereo e poi salgo a prendere le bambine che, nel frattempo, stanno facendo merenda.

Il venerdì inizia con i loro sorrisi e abbracci che mi danno sempre la voglia di stare con loro, anche quando i capricci si fanno sentire! E anche io divento bambina assieme a loro: mentre ci dirigiamo verso la stanza di Yoga, per evitare di disturbare le persone che lavorano nella struttura, racconto che scendendo di gradino in gradino è necessario stare in silenzio perché i fantasmi buoni stanno dormendo e se ci sentono, non ci apriranno la porta.

Ed è subito magia… loro si abbassano, fanno passi lenti e mettono la mano sulla bocca per coprire ogni possibile rumore che fuoriesce dalla bocca.
Arrivate dinanzi alla porta due sono le regole per entrare, il silenzio ed il sorriso: apro la porta e, quella che era una fila ordinata e silenziosa, si trasforma in una corsa sfrenata verso il tappeto.

Il primo momento della lezione è in cerchio: dopo aver spogliato le scarpe, ognuna di loro si va a posizionare sul tappeto centrale e tutte cercano di starmi il più vicino possibile: anche fare un semplice cerchio diventa quindi una impresa!
Così, per calmarsi un attimo, iniziamo ad inspirare ed espirare profondamente per qualche secondo, fino ad aver raggiunto un clima più sereno e pacifico.
In cerchio tutte ci teniamo la mano, una rivolta verso la Terra e una verso il Cielo e durante questo momento esprimiamo un motivo che ci rende felice, cosa abbiamo fatto di bello durante la giornata o, se le parole vengono meno, ci riscaldiamo con un massaggio di gruppo.

La seconda fase è dedicata agli esercizi: dal momento che il canale privilegiato dei bambini è il gioco, lo Yoga entra nel mondo dei bambini in questa forma. Ciò che importa non è raggiungere l’asana perfetto o seguire il ritmo del respiro durante le varie posizioni ma divertirsi nello stato di consapevolezza: e così le diciannove bambine si trasformano in stupendi alberi, delicate farfalle, forti guerriere e timide tartarughe. Queste posizioni sono spesso introdotte da fiabe yogiche, giochi creativi e danze, in modo che il bambino non perda di vista l’importanza di saper sorridere nell’esplorazione di questo nuovo mondo e la novità di attività sempre diverse.

Yoga bambini

L’ultima fase è dedicata al rilassamento che può essere raggiunto in diversi modi: il disegno rappresenta il metodo privilegiato e preferito dai bambini che permette di concentrarsi e prendersi uno spazio di qualche minuto tutto per sé. Spesso a fine lezione me ne regalano uno e, recentemente, uno in particolare ha colto la mia attenzione.
In questo disegno era rappresentata una figura con due lineette gialle sopra le braccia… rivolgendomi alla bimba le chiedo “Cosa sono questi due segnetti gialli?” e lei “Sono due ali”, “Per volare come una fata?” chiedo io e lei risponde a sua volta “No, per volare via. A volte in casa neanche il mio fratellino vuole giocare con me”. E così, dietro a due semplici linee si nasconde un mondo emotivo intenso che il disegno, lo Yoga, il gioco, la danza e l’attività creativa nella sua generalità, permette di far emergere.

Essendo una stanza ricca di giochi e molti oggetti, i bambini sono esposti ad elevata distraibilità: così, ancora una volta ricorro all’elemento fantasioso, dicendo ad esempio, che i birilli sono esseri velenosi e che, una volta toccati, non permettono più di giocare. I bambini subito ci credono e vedendo alcune bambini che disubbidiscono, si precipitano da me dicendo: “Maestra dille che sono pericolosi!!”.
Nonostante i capricci, vuoi per la stanchezza o per il sonno, i sorrisi di queste diciannove bambine che mi riempiono di affetto, riescono a rendere questa semplice ora di Yoga un capolavoro.

Il grazie va quindi principalmente a loro che, pur così piccole, mi insegnano ogni volta a diventare più grande.

Yoga bambini

La trasformazione della scuola e della società parte dalla nostra trasformazione personale, grazie alla pratica di coltivare la consapevolezza e la presenza mentale.
Thich Nhat Hanh


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Video delle posizioni del "saluto al sole", per poterlo praticare a casa

Trovare energia, equilibrio e distensione con una pratica fluida e dinamica

Ecco per voi la sequenza delle posizioni yoga che compongono il "saluto al sole" (in sanscrito "surya namaskar A).

Oltre al video della sequenza, riporto qui sotto alcune brevi indicazioni per praticare al meglio ogni passaggio:

  • Dalla posizione eretta (piedi radicati a terra; addome che rientra all'altezza dell'ombelico; scapole aperte dietro la schiena) inspirare portando le mani congiunte verso l'alto, lo sguardo segue la direzione delle mani.
     
  • Girare i palmi delle mani verso l'esterno ed espirando scendere con la schiena dritta verso il basso, con le braccia che si aprono lateralmente, guardando in avanti finché la testa scende all'altezza del bacino.
     
  • Continuando l'espirazione rilassare la testa e la schiena, appoggiando le mani a terra (o dove arrivano). Spingere i glutei verso l'alto.
     
  • Allungare la schiena inspirando.
     
  • Flettere le ginocchia e appoggiare le mani a terra, ed espirando portare i piedi indietro (uno alla volta o entrambi con un salto). Piegare i gomiti e scendere con la schiena dritta come una tavola (versione più semplice: appoggiare la ginocchia a terra).
     
  • Portare il peso sui dorsi dei piedi e il bacino verso terra, inspirando. Nel frattempo il petto si apre e le scapole si avvicinano dietro la schiena.
     
  • Ruotare le dita dei piedi portando il peso sugli avampiedi ed espirando assumere la posizione del "cane a testa in giù". Mantenerla per 5 respirazioni profonde (sollevando i glutei verso l'alto, portando i talloni a terra, il mento verso lo sterno, e lo sguardo verso l'ombelico).
     
  • Flettere le ginocchia, guardare in avanti, spostare il peso del corpo in modo che le spalle si allineino ai polsi, e portare i piedi in mezzo alle mani (uno alla volta o entrambi con un salto).
     
  • Allungare la schiena inspirando.
     
  • Rilassare la schiena verso il basso espirando.
     
  • Con le braccia aperte tornare con la schiena verso l'alto come all'inizio della sequenza, inspirando, e unire i palmi delle mani.
     
  • Infine espirando riportare la braccia ai lati del corpo.

La musica che usavamo a lezione durante questa sequenza è Let it go - James Bay.

Non mi resta che augurarvi buona pratica...che l'energia del saluto al sole possa espandersi nel vostro corpo!


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Quale stile di Yoga scegliere?

Una "mini bussola" per orientarsi tra le molte tipologie di corsi esistenti

Mi capita a volte che mi venga richiesto un chiarimento sulla differenza tra i molti stili di Yoga esistenti.
Magari da parte di chi desidera avvicinarsi a questa pratica, ma che, dopo aver letto qua e là in internet i nomi dei corsi vicino casa, rimane confuso dalla moltitudine di termini che a noi occidentali dicono ben poco.

Quale stile di Yoga scegliere?

Il primo consiglio che mi sento di dare è sempre: provare sulla "propria pelle".

Sì, perché per quanto i progressi tecnologici ci consentano di avere un'idea sempre più precisa di ciò che ci aspetta (attraverso foto dell'insegnante, della sala Yoga, informazioni sul corso, ecc.), è solo attraverso il "corpo" che si può davvero sentire se ciò che abbiamo davanti fa o non fa per noi.
Saranno i dettagli più sottili a farci scegliere: magari la musicalità della voce dell'insegnante, i suoi modi di fare dolci o direttivi, il profumo che emana la stanza dove stiamo praticando, i colori delle sue pareti, e tanto altro. 
Più che con la testa, il corso di Yoga giusto per noi ci chiamerà attraverso la "pancia".

(Trovo che approcciarsi al processo di scelta con questo spirito sia già mettere in atto uno degli insegnamenti che la pratica tenta di trasmetterci: affidarsi alla saggezza del corpo, prendendo un pochino meno sul serio i preconcetti della mente).

Mi addentro ora in una breve descrizione degli stili principali, così che la parte razionale della mente possa avere una mini bussola con cui orientarsi, pur sapendo che si tratterà solo di un'angolatura dell'intero quadro.

 • HATHA YOGA
E' uno stile dal ritmo tendenzialmente lento e rilassato, in cui si studia un asana (postura corporea) alla volta, rimanendo in modo statico in ognuno di essi. L'attenzione al respiro è sempre presente e permette di lasciarsi andare in ogni postura, allungandosi e sciogliendosi in modo morbido ed efficace.
Affianco allo studio degli asana si imparano le tecniche di pranayama, che coinvolgono la gestione della respirazione, ottenendo attraverso di esse uno stato di pacificazione della mente. Possono inoltre esserci (a discrezione dell'insegnante) momenti dedicati alla meditazione e al canto dei mantra.

• IYENGAR YOGA
Come struttura risulta molto simile all'Hatha Yoga, dando però maggiore attenzione agli allineamenti e ai dettagli di ogni asana, Il maestro B.K.S. Iyengar, da cui deriva il nome, è colui che ha inventato questo stile.
Per facilitare l'entrata nelle diverse posture fisiche vengono usati attrezzi come cinghie, mattoncini, sedie, coperte, e altro, per venire incontro alla diversa anatomia corporea di ciascun praticante. In questo modo si massimizzano i benefici di ogni posizione.

• ASHTANGA VINYASA YOGA
E' uno stile sviluppato da Sri Pattabhi Jois costituito da 6 serie di asana, di complessità crescente, che si eseguono mantenendo ogni posizione per 5 respirazioni. Il ritmo è più serrato e sostenuto rispetto alle classi di Hatha Yoga, e il tempo è scandito da una particolare respirazione che si utilizza durante la sequenza fisica: ujjayi pranayama

• YOGA DINAMICO (YOGA FLOW - VINYASA YOGA)
Tutte le forme di yoga in cui la pratica degli asana è condotta con un ritmo dinamico, entrando e uscendo dalle posizioni in modo fluido. Assomiglia a una coreografia di danza, in quanto il movimento segue un flusso continuo, solitamente dettato dal tempo del proprio respiro, che funge da "direttore d'orchestra".
Gli stili dinamici possono avere anche atri nomi oltre quelli che ho scritto nel titolo, a seconda delle particolarità trasmesse dall'insegnante (ad esempio SHIVA FLOW creato da Silvia Romani, oppure BUDOKON YOGA di Cameron Shayne).

Questo sommario non è certamente esaustivo, esistendo molti altri stili ancora...ma ho preferito concentrarmi su quelli da me personalmente praticati, così da poterne dare una descrizione "sentita" e non solo conosciuta teoricamente.

Si tratta inoltre soltanto di uno schema, che in realtà viene spesso flessibilmente modificato dall'insegnante che tiene la lezione: elementi dinamici e fluidi potranno infatti essere inseriti in una lezione di Hatha Yoga, così come lo studio più statico delle posizioni potrà precedere una sequenza dinamica di Yoga Flow.

Stile di Yoga

Ogni insegnante mette la sua "arte" nella creazione della lezione...non resta che trovare quella che risuona di più con le nostre corde


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Ad ogni praticante il suo asana: lo Yoga come un "abito su misura"

L'unicità dell'esperienza propriocettiva di ogni praticante

L'unicità della pratica Yoga

Uno degli aspetti particolari dello Yoga è che si tratta di una disciplina adattabile a qualsiasi persona: non richiede caratteristiche fisiche precise per poterlo sperimentare. Non bisogna essere magri, snelli, agili o atletici. Non è necessario essere giovani.
Inoltre, a differenza di molti sport, non ci sono prestazioni ottimali a cui dover tendere, non ci sono classifiche né graduatorie.

A volte chi si approccia per la prima volta a questa disciplina rimane infatti sorpreso di non trovare alcuna spinta alla "performance" e nessun confronto tra chi è più o meno bravo.

L'istinto alla competizione (verso gli altri, ma soprattutto verso sé stessi) può emergere in modo particolare quando entriamo ed usciamo nelle posizioni fisiche (asana) dello Yoga: è qui che incontriamo i nostri "limiti" corporei, le tensioni accumulate nei muscoli, le eventuali rigidità dovute all'età o magari alle posture assunte nella giornata.

Ed è proprio in quelle circostanze che è utile sapere che non esiste un'unica posizione a cui dover per forza arrivare, ma possono esistere tante posizioni quanti sono i praticanti. Cosa vuol dire?
Significa che un particolare asana potrà essere assunto in tanti modi diversi quante sono le persone che provano ad assumerlo. E' un po' come un abito su misura che proviamo ad indossare con il nostro corpo: il suo aspetto esteriore potrà essere simile al vestito degli altri, ma ognuno lo cucirà seguendo le proprie misure, per stare alla fine tutti comodi e a nostro agio. 
E la cosa bella è che solo noi possiamo conoscere le nostre "misure", poiché solo noi possiamo sapere davvero come quella posizione Yoga ci fa sentire nel profondo.

In questa ricerca tuttavia non procediamo da soli, ci sono i suggerimenti dell'insegnante ad accompagnarci. Ogni asana possiede infatti tutta una serie di varianti (dalle più semplici alle più complesse) che permettono di entrare in quella specifica posizione rispettando le diverse fatiche che emergono. Esistono inoltre una moltitudine di attrezzi (cinghie, coperte, mattonelle, ecc.) che possono venire in nostro aiuto per aumentare la comodità dell'asana.

Con il supporto dell'insegnante potremo allora trovare il modo tutto nostro di entrare nell'asana, magari molto distante dai compagni affianco a noi. E così avremo contattato davvero il nostro "sentire" autentico che quella posizione ci sta trasmettendo. Per poterlo fare può essere utile chiudere gli occhi: in questo modo la mente è aiutata a collegarsi con i segnali propriocettivi inviati dalle periferie del corpo, per farsi così guidare da essi.

A volte nelle sale Yoga è presente lo specchio (magari la palestra in cui viene condotto il corso lo predispone per altre attività), ma in realtà guardarsi allo specchio può rendere più difficile ascoltare le sensazioni interne. Rispetto alla metafora dell'abito su misura, si potrebbe dire che lo specchio rischia di farci concentrare più sull'aspetto esteriore del nostro abito piuttosto che sulle sue misure: ci aiuta a focalizzarci sull'immagine esterna di noi e degli altri mentre pratichiamo, ma ci distoglie dalla nostra sensibilità propriocettiva.

Quindi l'invito prima di cominciare ogni pratica è quello di tenere sempre presente che non c'è nessun obiettivo da raggiungere, nessun modello da imitare...ci sono a disposizione "abiti da indossare" per tutti, uno diverso dall'altro, proviamo ad entrarci scegliendo quello più confortevole per noi, quello che ci permette davvero di sentirci a casa.  

Ascoltarsi durante la pratica Yoga

"Il vostro vissuto è unico, non ha nulla a che fare con quello della persona che pratica accanto a voi. Non c'è nulla da copiare o imitare: solo la vostra personale esperienza si inscriverà in voi"
Gérard Blitz


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Psicologa Bergamo e provincia - dott.ssa Sara Citro

Articoli curati dalla Dott.ssa Sara Citro, Psicologa, Psicoterapeuta ed insegnante Mindfulness.


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