Come sollevare una critica senza scannarsi

Nelle relazioni sociali che viviamo ogni giorno può capitare di imbatterci in un comportamento o modo di fare di qualcuno che proprio non possiamo sopportare.
Il collega che a nostro parere sta svolgendo male un compito, il figlio che lascia sempre le sue scarpe in giro per la casa, il consorte che si mette a guardare lo smartphone mentre siamo a tavola con lui, il vicino di casa che tiene la musica troppo alta...

E allora...come fare per dirglielo senza litigare? Come possiamo far valere il nostro punto di vista senza diventare aggressivi?

La "comunicazione" è una abilità umana che si predispone alla modifica e al miglioramento, se solo ci rendiamo conto di quanto possiamo davvero fare per migliorarci e ci applichiamo con impegno. Quindi la bella notizia è che tutti noi possiamo imparare come sollevare una critica a qualcuno senza per forza scannarsi.

Come abbiamo già visto in un precedente post , esistono tre modi di comunicare: passivo - aggressivo - assertivo.

La modalità vincente per dare voce alla nostra critica senza passare noi dalla parte del torto è assumere una comunicazione assertiva. Vediamo che cosa significa.

Innanzitutto è necessario prendere atto della nostra tensione, rendendoci conto di quale emozione negativa (frustrazione, rabbia, delusione, ecc...) ci sta suscitando quel particolare comportamento, respirandoci dentro per qualche secondo. In questo modo compiamo il primo grande passo: riconosciamo e accogliamo la nostra emozione, legittimandone l'esistenza, senza scaraventare in modo reattivo la tensione sul malcapitato davanti a noi.
Importante quindi è prendersi sempre un po' di tempo per stare con sé stessi, dando voce a ciò che sentiamo, per poi decidere che cosa farcene. Altrimenti se non abbiamo noi chiaro che cosa sentiamo sarà impossibile comunicarlo bene all'altro!

A questo punto prima di aprire bocca ci sono ancora alcune domande che è utile porsi:

  • Qual'è il vero obiettivo che voglio raggiungere con questa critica? Litigare, o c'è un bisogno più profondo sotto? (Nel caso del consorte assorto dal telefonino, potrebbe essere ricevere maggiormente la sua attenzione) 
     
  • E' il momento giusto per comunicare? A volte è più saggio aspettare un secondo momento (ad esempio quando si è da soli senza altre persone attorno)
     
  • Sono emotivamente ben disposto? Se l'emozione che sento è troppo "calda" da non riuscire a farmi usare in modo lucido la testa, è più saggio allontanarmi e riprendere la comunicazione più tardi. 
     
  • L'altra persona è emotivamente ben disposta? Nello stesso modo, è bene assicurarsi che l'altro non sia troppo su di giri, altrimenti l'insuccesso è assicurato. Meglio chiedere un secondo confronto più tardi.

E' ora giunto il momento di aprire bocca per sollevare la nostra critica in modo costruttivo.
Proviamo a seguire queste indicazioni mentre lo facciamo:

Assertività psicologia
  • Critica il comportamento non la persona. Se dici al consorte "non mi guardi mai in faccia mentre mangiamo, sei un egoista" la persona si sentirà giudicata, offesa, e come reazione si metterà sulla difensiva. Se invece dici "quando guardi lo smartphone a tavola mi sento esclusa dal tuo mondo" stai parlando del suo comportamento che ti ferisce, senza giudicare nessuno.
     
  • Chiedi all'altro se condivide la percezione del problema e ascolta bene la sua risposta. A volte abbiamo invece l'istinto di chiudere le orecchie per far valere la nostra idea, costi quel che costi.
     
  • Parla in prima persona. Dire "io mi sento esclusa" esprime soltanto un tuo stato d'animo, l'altro non potrà che prenderne atto senza sentirsi attaccato. Dire "tu mi escludi" punta il dito addosso all'interlocutore che cercherà subito il modo di difendersi o giustificarsi.
     
  • Parla in modo chiaro e diretto. Evita allusioni o sottintesi, non porteranno da nessuna parte.
     
  • Affronta una questione alla volta. Semplifica la comunicazione, ci sarà tempo per affrontare anche le altre questioni.
     
  • Fai precedere la critica da un apprezzamento. Siamo tutti meglio disposti ad aprirci quando ci sentiamo visti e riconosciuti. Quindi partire da un'osservazione positiva aiuterà ad affrontare meglio l'osservazione negativa.

Non serve a nulla usare un atteggiamento aggressivo e agonistico verso l'altro se si vuole arrivare a un cambiamento, piuttosto è utile ricercare la sua collaborazione, affinché dalla critica sollevata si possa arrivare ad un accordo condiviso insieme.
E' chiaro che l'istinto iniziale è quasi sempre quello aggressivo, ma in quanto "animali sociali" siamo capaci di fermarci per aspettare un momento migliore, e modificare concretamente il nostro modo di comunicare se ci impegniamo.

Spero che dopo questo articolo vi venga voglia di provare a sperimentarvi!
E se le prime volte non andrà così bene, provateci e riprovateci ancora...rimanete curiosi di voi stessi, e scoprirete tante risorse che non credevate di avere.

Comunicazione psicologia

E' fondamentale modificare la nostra comunicazione se vogliamo aumentare la probabilità che anche l'altro comunichi bene con noi.
Antonio Tosi


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