Amiche o nemiche?
La pratica Mindfulness mi ha insegnato a non puntare il dito addosso agli aspetti di me che non mi piacciono. A non essere il giudice severo delle mie insicurezze.
Per anni avevo cercato di combattere la mia "timidezza"...quando mi trovavo in mezzo a tante persone e dovevo parlare, ad esempio, mi sentivo il fuoco divampare nelle guance, le gambe molli, la gola secca, e il cuore a mille.
Era la mia nemica "ansia", puntualmente mi stava tirando il suo agguato.
La mente produceva pensieri del tipo: «voglio scappar via da qui», «non voglio che vedano la mia ansia, che vergogna», «aiuto, non ce la faccio!».
Mi ribellavo ad "ansia" e "timidezza", facendo di tutto per reprimerle e contrastarle, volevo che il mondo vedesse in me esattamente il contrario.
Ma non ottenevo nulla.
Loro anzi, aumentavano ancora di più.
Finché ho cominciato a praticare, e il mio rapporto con loro è pian piano cambiato.
Anziché farmi trascinare dal giudice, scelgo il respiro come mia guida...il suo movimento nella pancia mi tranquillizza, mi rassicura, laggiù non ci sono pensieri.
Provo a guardare con tenerezza "ansia" e "timidezza", e dico loro: «ben ritrovate, questo è un altro momento per me importante e delicato, vi ringrazio per avermelo segnalato».
Non spreco le energie per scacciarle via, ma le utilizzo per centrarmi.
Da quando ho stretto amicizia con loro, le stesse situazioni che prima temevo sono diventate ora i luoghi dove imparo di più su me stessa.
Grazie, amiche mie.