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Una comunicazione vincente

Esistono 4 regole basilari che dovremmo tutti rispettare quando siamo immersi in una conversazione con qualcuno.
Sono le cosiddette "massime conversazionali" enunciate dal filosofo Grice negli anni '70, ancora valide e attuali.

Notiamo quali tra queste stiamo rispettando e quali no, mentre saremo impegnati nella prossima conversazione

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Esistono 4 regole basilari che dovremmo tutti rispettare quando siamo immersi in una conversazione con qualcuno.
Sono le cosiddette "massime conversazionali" enunciate dal filosofo Grice negli anni '70, ancora valide e attuali.

Notiamo quali tra queste stiamo rispettando e quali no, mentre saremo impegnati nella prossima conversazione:

🔼Qualità: sii veritiero e produci prove per quello che dici (in pratica, non dire bugie)

🔼Quantità: sii succinto, ma completo (in pratica, non essere logorroico)

🔼Pertinenza: sii pertinente all'argomento della conversazione (in pratica, non passare di palo in frasca)

🔼Modo: sii chiaro e segui un ordine (in pratica, evita troppi giri di parole che possono confondere e farti risultare ambiguo)

Un buon esercizio ci può rendere degli abili comunicatori, proviamoci!


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Proteggersi quando si aiuta

Se stiamo aiutando qualcuno (un parente malato, un amico in difficoltà, un paziente in cura da noi, un figlio bisognoso, ...) dovremmo prima di tutto aiutare noi stessi.

Dentro una relazione d'aiuto, professionale o amicale che sia, è infatti indispensabile sentirsi saldi e radicati nel tendere la mano all'altro, altrimenti si sprofonda in due.
 

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Se stiamo aiutando qualcuno (un parente malato, un amico in difficoltà, un paziente in cura da noi, un figlio bisognoso, ...) dovremmo prima di tutto aiutare noi stessi.

Dentro una relazione d'aiuto, professionale o amicale che sia, è infatti indispensabile sentirsi saldi e radicati nel tendere la mano all'altro, altrimenti si sprofonda in due.

Sull'aereo al decollo la hostess dice: "in caso di mancanza d'ossigeno, il genitore deve indossare prima la propria mascherina e poi aiutare il figlio a mettere la sua".

Ecco, ogni volta che accudiamo qualcuno, ricordiamoci di fare rifornimento noi di ossigeno...
...quindi usciamo all'aria aperta nel tempo libero, dedichiamoci alle cose ci piacciono, coltiviamo relazioni sociali ricche e appaganti. 🍃

Troviamo il tempo e lo spazio per ridere, per sentirci leggeri. 

Impariamo a proteggerci, diventando così delle salde rocce a cui gli altri si possono aggrappare.


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Lo Yoga attraverso gli occhi dei bambini

Lo Yoga è prerogativa solo dei grandi o si può trasmettere anche ai più piccoli?

Lo ha fatto Giulia Boffelli (studentessa di Psicologia all'Università Cattolica di Milano e praticante yoga presso MenteConsapevole) all'interno di una Scuola Materna della bergamasca...e con la sua dolcezza ha portato diciannove bimbe curiose ad appassionarsi sempre più a questa disciplina!
Ecco il suo racconto.

 

Lo Yoga è prerogativa solo dei grandi o si può trasmettere anche ai più piccoli?
Lo ha fatto Giulia Boffelli (studentessa di Psicologia all'Università Cattolica di Milano e praticante yoga presso MenteConsapevole) all'interno di una Scuola Materna della bergamasca...e con la sua dolcezza ha portato diciannove bimbe curiose ad appassionarsi sempre più a questa disciplina!
Ecco il suo racconto.


La passione verso lo Yoga e la curiosità verso il mondo magico dei bambini mi ha condotto ad uno stage, “Danzare colori e mandala”, tenutosi a San Paolo d’Argon (BG) e guidato dall’insegnante Lorena Bugatti, che ben presto mi avrebbe aperto una strada in cui la maestra ero io.

Giulia e le sue compagne durante lo stage "danzare colori e mandala"

Giulia e le sue compagne durante lo stage "danzare colori e mandala"

Praticante di Hatha Yoga da tre anni e interessata alla cultura indiana da molti di più, inizialmente ho pensato di parteciparvi per arricchire la mia conoscenza e la mia esperienza nello Yoga, riconoscendone l’importanza fin dai primi passi di vita, quando ancora la spontaneità e i mille perché dei bambini non conoscono filtri ma vivono il qui e ora del movimento.

Il percorso formativo mi ha insegnato ad ascoltare la voce del bimbo interiore spogliandomi delle maschere dell’adulto: osservare la parte infantile per divenire adulta è un prerequisito non solo per divenire maestra, ma anche per avvicinarsi in modo più autentico alla vita.

Pochi giorni dopo la partecipazione al seminario, sono stata contattata per iniziare questa esperienza alla Scuola Materna Teresa Zanchi ad Almè, dagli inizi di ottobre fino a maggio: una notizia che mi ha emozionato fin da subito, ma allo stesso tempo mi ha aperto a dubbi circa le mie effettive competenze. Di fronte alla proposta, ho scelto di lasciare tutte le mie incertezze al buio e intraprendere una iniziativa che, per quanto nuova e inaspettata, mi avrebbe permesso di sperimentarmi e guardare lo Yoga da un altro punto di vista, quello vissuto attraverso gli occhi dei bambini.

La sala della scuola materna di almè dove si svolge il progetto

La sala della scuola materna di almè dove si svolge il progetto

Dopo aver concordato il giorno (venerdì) e la durata (60 minuti), diciannove bambine hanno scelto di aderire a questo modulo pomeridiano: chi per curiosità, chi ancora un po’ incredula e chi ancora un po’ incerta dietro le lacrime per la mamma che l’ha lasciata da sola di fronte ad una sconosciuta. E così ha inizio il percorso: arrivo all’asilo, scendo nell’aula in cui si svolge anche l’attività di psicomotricità, preparo il tappeto e lo stereo e poi salgo a prendere le bambine che, nel frattempo, stanno facendo merenda.

Il venerdì inizia con i loro sorrisi e abbracci che mi danno sempre la voglia di stare con loro, anche quando i capricci si fanno sentire! E anche io divento bambina assieme a loro: mentre ci dirigiamo verso la stanza di Yoga, per evitare di disturbare le persone che lavorano nella struttura, racconto che scendendo di gradino in gradino è necessario stare in silenzio perché i fantasmi buoni stanno dormendo e se ci sentono, non ci apriranno la porta.

Ed è subito magia… loro si abbassano, fanno passi lenti e mettono la mano sulla bocca per coprire ogni possibile rumore che fuoriesce dalla bocca.
Arrivate dinanzi alla porta due sono le regole per entrare, il silenzio ed il sorriso: apro la porta e, quella che era una fila ordinata e silenziosa, si trasforma in una corsa sfrenata verso il tappeto.

Il primo momento della lezione è in cerchio: dopo aver spogliato le scarpe, ognuna di loro si va a posizionare sul tappeto centrale e tutte cercano di starmi il più vicino possibile: anche fare un semplice cerchio diventa quindi una impresa!
Così, per calmarsi un attimo, iniziamo ad inspirare ed espirare profondamente per qualche secondo, fino ad aver raggiunto un clima più sereno e pacifico.
In cerchio tutte ci teniamo la mano, una rivolta verso la Terra e una verso il Cielo e durante questo momento esprimiamo un motivo che ci rende felice, cosa abbiamo fatto di bello durante la giornata o, se le parole vengono meno, ci riscaldiamo con un massaggio di gruppo.

La seconda fase è dedicata agli esercizi: dal momento che il canale privilegiato dei bambini è il gioco, lo Yoga entra nel mondo dei bambini in questa forma. Ciò che importa non è raggiungere l’asana perfetto o seguire il ritmo del respiro durante le varie posizioni ma divertirsi nello stato di consapevolezza: e così le diciannove bambine si trasformano in stupendi alberi, delicate farfalle, forti guerriere e timide tartarughe. Queste posizioni sono spesso introdotte da fiabe yogiche, giochi creativi e danze, in modo che il bambino non perda di vista l’importanza di saper sorridere nell’esplorazione di questo nuovo mondo e la novità di attività sempre diverse.

Yoga bambini

L’ultima fase è dedicata al rilassamento che può essere raggiunto in diversi modi: il disegno rappresenta il metodo privilegiato e preferito dai bambini che permette di concentrarsi e prendersi uno spazio di qualche minuto tutto per sé. Spesso a fine lezione me ne regalano uno e, recentemente, uno in particolare ha colto la mia attenzione.
In questo disegno era rappresentata una figura con due lineette gialle sopra le braccia… rivolgendomi alla bimba le chiedo “Cosa sono questi due segnetti gialli?” e lei “Sono due ali”, “Per volare come una fata?” chiedo io e lei risponde a sua volta “No, per volare via. A volte in casa neanche il mio fratellino vuole giocare con me”. E così, dietro a due semplici linee si nasconde un mondo emotivo intenso che il disegno, lo Yoga, il gioco, la danza e l’attività creativa nella sua generalità, permette di far emergere.

Essendo una stanza ricca di giochi e molti oggetti, i bambini sono esposti ad elevata distraibilità: così, ancora una volta ricorro all’elemento fantasioso, dicendo ad esempio, che i birilli sono esseri velenosi e che, una volta toccati, non permettono più di giocare. I bambini subito ci credono e vedendo alcune bambini che disubbidiscono, si precipitano da me dicendo: “Maestra dille che sono pericolosi!!”.
Nonostante i capricci, vuoi per la stanchezza o per il sonno, i sorrisi di queste diciannove bambine che mi riempiono di affetto, riescono a rendere questa semplice ora di Yoga un capolavoro.

Il grazie va quindi principalmente a loro che, pur così piccole, mi insegnano ogni volta a diventare più grande.

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La trasformazione della scuola e della società parte dalla nostra trasformazione personale, grazie alla pratica di coltivare la consapevolezza e la presenza mentale.
Thich Nhat Hanh


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Cosa c'è dietro la rabbia?

Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di sentire quel fuoco dentro che ci fa ribollire le guance, stringere i pugni, desiderare di spaccare qualcosa o insultare qualcuno. 🌋
È la rabbia, un'emozione che spesso fa paura provare, che non vorremmo mai incontrare in chi abbiamo di fronte, ma che se osservata in profondità ci può dire tanto.

Cosa c'è dietro questa emozione così destabilizzante?

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Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di sentire quel fuoco dentro che ci fa ribollire le guance, stringere i pugni, desiderare di spaccare qualcosa o insultare qualcuno. 🌋
È la rabbia, un'emozione che spesso fa paura provare, che non vorremmo mai incontrare in chi abbiamo di fronte, ma che se osservata in profondità ci può dire tanto.

Cosa c'è dietro questa emozione così destabilizzante?

Magari lo sconforto per non essere considerati abbastanza da un amico per noi importante.
Un collega che ci fa sentire esclusi.
La paura che nostro figlio non obbedendoci si faccia male.
La disperazione per aver perso l'amore della nostra vita.
Un'insicurezza che ci fa ripetere gli stessi sbagli ancora una volta.

Se guardiamo oltre la superficie con coraggio, la rabbia può diventare la porta di ingresso verso altre emozioni più profonde che ci stanno attraversando.
E anziché chiuderci, urlare e sbattere la porta, possiamo convogliare tutta la sua potente energia per sanare le nostre vere ferite. 💚

Ecco un video di come la rabbia viene declinata sul set cinematografico in modo diverso a seconda di quale sia l'emozione che la accompagna, interpretata dal magnifico Jack Nicholson.
http://www.ilpost.it/2017/04/22/jack-nicholson/


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Lo spazio per poter essere

Concedere all'altro lo spazio per essere ciò che è e ciò che vuole essere. Senza circondarlo, neppure nella nostra mente, di giudizi, consigli, pressioni, speranze. 🍃
Lasciare che sia libero in questo spazio, avere fiducia che possa inventare da sè il proprio destino. Senza questo spazio la gentilezza muore asfissiata.Concedere all'altro lo spazio per essere ciò che è e ciò che vuole essere. Senza circondarlo, neppure nella nostra mente, di giudizi, consigli, pressioni, speranze. 🍃

Lasciare che sia libero in questo spazio, avere fiducia che possa inventare da sè il proprio destino. Senza questo spazio la gentilezza muore asfissiata.

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"Concedere all'altro lo spazio per essere ciò che è e ciò che vuole essere. Senza circondarlo, neppure nella nostra mente, di giudizi, consigli, pressioni, speranze. 🍃
Lasciare che sia libero in questo spazio, avere fiducia che possa inventare da sè il proprio destino. Senza questo spazio la gentilezza muore asfissiata.
Se lo spazio c'è, può respirare e vivere.
Questo è il rispetto che vorremmo ricevere.
Questo è il rispetto che possiamo imparare a offrire."
Piero Ferrucci

A chi possiamo donare questo spazio? Al nostro partner, ai nostri figli, fratelli, amici, allievi, studenti?
Buona pratica ad ognuno di noi!


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Controllare o affidarsi?

Difficile lasciar andare il controllo su ciò che accade...siamo abituati a programmare per filo e per segno le nostre giornate, a monitorare che tutto vada secondo i nostri piani, e ad irrigidirci se le cose poi vanno come invece vogliono andare. 🐇

Quando dividiamo la vita con dei bambini diventa ancora più impossibile controllare ogni minuto della nostra esistenza.

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Difficile lasciar andare il controllo su ciò che accade...siamo abituati a programmare per filo e per segno le nostre giornate, a monitorare che tutto vada secondo i nostri piani, e ad irrigidirci se le cose poi vanno come invece vogliono andare. 🐇

Quando dividiamo la vita con dei bambini diventa ancora più impossibile controllare ogni minuto della nostra esistenza.

Perché ci sono loro prima di ogni altra cosa.
Ci sono i loro bisogni, che sono imprevedibili e sempre diversi, e a volte anche difficili da decifrare.

Noi ci proviamo ad organizzare tutto, ma poi arrivano loro e ci ribaltano i piani...e non possiamo fare nulla se non lasciarci andare.

I bambini ci insegnano giorno dopo giorno a mollare un po' la presa, ad affidarci di più allo scorrere degli eventi, e a prenderci un po' meno sul serio. 🌈

A fluire con più leggerezza nell'imprevedibilità delle nostre vite.


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Guardarsi intorno

Nella strada verso casa o verso il lavoro proviamo a sollevare lo sguardo dai nostri cellulari o dalle azioni che compiamo automaticamente, posiamo gli occhi sui colori di questa primavera. 🌻🌷

Osserviamo gli alberi in fiore agli angoli delle strade, nei giardini delle case, nei prati dei parchi.
Quanta bellezza!

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Nella strada verso casa o verso il lavoro proviamo a sollevare lo sguardo dai nostri cellulari o dalle azioni che compiamo automaticamente, posiamo gli occhi sui colori di questa primavera. 🌻🌷

Osserviamo gli alberi in fiore agli angoli delle strade, nei giardini delle case, nei prati dei parchi.

Quanta bellezza!

Prendiamoci qualche istante per posare anche il nostro olfatto su di essi, che meravigliosi profumi!

Piccoli momenti per connetterci con la natura, assaporandola attraverso i nostri sensi...che ci ricordano che una vita piena si riempie di gesti come questi, semplici e veri.


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La nostra famiglia

Tutto parte da qui. Dal clima in cui siamo stati generati e messi al mondo.
Il calore con cui ci hanno presi in braccio, cullati, le canzoni sussurrate per farci addormentare. Le sgridate, le urla, i silenzi, gli abbracci.

Ogni famiglia possiede il suo "repertorio" di gesti, odori, routine, parole e modi di dire che vengono ripetuti costantemente.

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Tutto parte da qui. Dal clima in cui siamo stati generati e messi al mondo.
Il calore con cui ci hanno presi in braccio, cullati, le canzoni sussurrate per farci addormentare. Le sgridate, le urla, i silenzi, gli abbracci.
Ogni famiglia possiede il suo "repertorio" di gesti, odori, routine, parole e modi di dire che vengono ripetuti costantemente.

E questo repertorio si iscrive dentro di noi, ancor prima che possiamo esserne consapevoli.
La trama colorata in cui siamo cresciuti rimane per sempre indelebile nelle nostre memorie emotive, da qualche parte nel cervello, e soprattutto nel nostro corpo. 🌈

E quando poi siamo noi a creare una nuova famiglia, quegli stessi colori riemergono prepotentemente, andando ad unirsi e intrecciarsi con quelli del nostro partner.

I due repertori si fondono, dando vita a una nuova trama colorata, sempre unica e diversa ogni volta.

La nostra famiglia. 💚


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Si può sempre cambiare

Quante volte abbiamo sentito l'espressione: "è questione di carattere, se uno nasce tondo non può morire quadrato!"...?
E in un certo senso è vero, se uno nasce abete non può morire pino marittimo. Se uno nasce mela non può morire pera.

Ma in ogni fase della nostra vita, anche quando ci sentiamo ormai adulti fatti e finiti, è sempre possibile cambiare qualche aspetto di noi.

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Quante volte abbiamo sentito l'espressione: "è questione di carattere, se uno nasce tondo non può morire quadrato!"...?
E in un certo senso è vero, se uno nasce abete non può morire pino marittimo. Se uno nasce mela non può morire pera.

Ma in ogni fase della nostra vita, anche quando ci sentiamo ormai adulti fatti e finiti, è sempre possibile cambiare qualche aspetto di noi.

È la consapevolezza a farci da guida: la comprensione di quali dinamiche ci hanno reso proprio abete e non pino, proprio pera e non mela. 🌲🍎

E, accettandoci con amore per quello che siamo, possiamo nello stesso tempo evolvere, un passo alla volta, verso ciò che per noi rappresenta "il meglio".
Per far nascere sulla nostra corteccia un piccolo germoglio, per farlo crescere giorno per giorno, per crescere insieme a lui.

Già solo intravedere il germoglio ci farà sentire alberi migliori.


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Ad ognuno la propria visione della realtà

Può capitare di stupirci quando vediamo che una persona diversa da noi reagisce ad un evento di vita in modo completamente lontano da come avremmo fatto noi.

Non capiamo perché avrebbe dovuto comportarsi così, dato che ci sembra così ovvio e scontato che avrebbe dovuto viverla in un altro modo, simile al nostro.

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Può capitare di stupirci quando vediamo che una persona diversa da noi reagisce ad un evento di vita in modo completamente lontano da come avremmo fatto noi.
Non capiamo perché avrebbe dovuto comportarsi così, dato che ci sembra così ovvio e scontato che avrebbe dovuto viverla in un altro modo, simile al nostro.

Ma la Psicologia ci aiuta a capire che se in una stanza ci sono 20 persone che vivono lo stesso identico evento, esisteranno anche 20 reazioni diverse di risposta a quello stesso evento!
Perché 20 sono le menti che "filtrano" in modo differente la realtà circostante. 👥
Come scrive lo psicoterapeuta Bruno Bara, mio formatore:
"Non esiste un valore assoluto per nessun accadimento di vita: è l'individuo che lo sta vivendo in prima persona ad attribuirgli un significato".

Compreso questo, diventa più facile aprirsi e ammorbidirsi di fronte ad opinioni diverse dalle nostre, a reazioni lontane dai nostri principi, a persone che ci sembra di non capire.

🔸La morbidezza prende il posto della durezza.
🔸La rigidità diviene allora flessibilità.
🔸E un senso di "apertura e accettazione" ci rende meno chiusi e respingenti.


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Psicologa Bergamo e provincia - dott.ssa Sara Citro

Articoli curati dalla Dott.ssa Sara Citro, Psicologa, Psicoterapeuta ed insegnante Mindfulness.


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