"Fare" o "essere"?
Nella modalità del "fare" siamo in corsa contro il tempo, eseguiamo azioni in automatico come un robot, in mente abbiamo al primo posto l'agenda degli impegni, e crediamo di ottenere la felicità solo al loro raggiungimento.
Magari siamo anche bravi in quello che facciamo, ma corriamo a tal punto da non accorgercene quasi.
E quando finalmente ci fermiamo, non sappiamo come riempire quella pausa tanto desiderata.
Nella modalità del "fare" siamo in corsa contro il tempo, eseguiamo azioni in automatico come un robot, in mente abbiamo al primo posto l'agenda degli impegni, e crediamo di ottenere la felicità solo al loro raggiungimento.
Magari siamo anche bravi in quello che facciamo, ma corriamo a tal punto da non accorgercene quasi.
E quando finalmente ci fermiamo, non sappiamo come riempire quella pausa tanto desiderata.
Anche nella modalità dell' "essere" produciamo continuamente azioni, ma la mente rimane focalizzata sulle nostre sensazioni interne.
ll direttore d'orchestra diviene il nostro corpo, che con i suoi bisogni sempre diversi detta il tempo della giornata.
E quando ci accorgiamo di avere una mente sovraffollata di pensieri ripetitivi, ansiosi, o intrusivi, decidiamo di fermarci al pit-stop per ricaricarci di respiro.
⏩Perché si può andare veloci, senza però fare le cose di fretta.
⏩Si possono avere tanti impegni, senza sentirsi per forza annegare.
⏩Si può scegliere di "essere", anche nel bel mezzo del nostro "fare" quotidiano.
E tu, come stai vivendo la giornata di oggi
Con chi ti siedi a tavola?
Mettersi a tavola è un momento sacro nella giornata. Ci costringe a fermarci, sederci, interrompere gli impegni...dandoci un appuntamento fisso con lui, il nostro corpo, e con le altre persone con cui abbiamo la fortuna di condividere il pasto.
Ma spesso c'è un altro commensale seduto con noi...interviene ad intermittenza, disturba, ci distrae dalle sensazioni di pancia. Si mette in mezzo tra noi e gli altri, interrompendo i discorsi con arroganza e presunzione.
Mettersi a tavola è un momento sacro nella giornata. Ci costringe a fermarci, sederci, interrompere gli impegni...dandoci un appuntamento fisso con lui, il nostro corpo, e con le altre persone con cui abbiamo la fortuna di condividere il pasto. 🍒
Ma spesso c'è un altro commensale seduto con noi...interviene ad intermittenza, disturba, ci distrae dalle sensazioni di pancia. Si mette in mezzo tra noi e gli altri, interrompendo i discorsi con arroganza e presunzione.
Sappiamo che è nocivo averlo lì, ma non riusciamo proprio a non invitarlo ogni volta a tavola.
È il nostro cellulare. 📲
Quanti di noi fanno fatica a lasciarlo nell'altra stanza nell'ora del pasto? Io per prima.
E allora per aiutarmi cerco di riporlo lontano da me, almeno mentre mangio, e invito la mia famiglia a fare lo stesso con i loro telefoni.
Cosa ne dite di provarci tutti?
Magari cercando un rituale a inizio pasto in cui i commensali ripongono gli smartphone in una cesta o in un angolino prescelto.
Proviamo a condividere questa intenzione con le persone a noi vicine, insieme sarà più semplice scegliere con che cosa "connetterci"...gli odori e i sapori si faranno più presenti e prelibati, gli occhi dell'altro diventeranno lo spazio più importante dove posare lo sguardo.
Ricordarsi di essere consapevoli
Lo sapevate che un aspetto della pratica Mindfulness è "ricordare"?
Non si tratta però di recuperare dalla memoria eventi del passato, come si potrebbe di primo acchito pensare.
Si riferisce all'atto di ricordarsi di essere consapevoli.
Ricordarsi di prestare attenzione al momento presente, attraverso i cinque sensi...lasciando un attimo da parte le cose più o meno sensate che sta producendo la mente. 🌴
Lo sapevate che un aspetto della pratica Mindfulness è "ricordare"?
Non si tratta però di recuperare dalla memoria eventi del passato, come si potrebbe di primo acchito pensare.
Si riferisce all'atto di ricordarsi di essere consapevoli.
Ricordarsi di prestare attenzione al momento presente, attraverso i cinque sensi...lasciando un attimo da parte le cose più o meno sensate che sta producendo la mente. 🌴
Si, perché anche chi pratica da tanti anni la Mindfulness avrà come istinto quello di farsi rapire dal "film" che sta trasmettendo la sua testa, sentendosi il protagonista che non può uscire dallo schermo.
Ma l'allenamento, gli anni di pratica, ci aiutano a "ricordarci" più volte al giorno di prendere meno sul serio quel film, di vederlo solo come una proiezione su un grande schermo...dove possiamo essere non solo l'attore protagonista dentro al film, ma anche uno spettatore in platea.
Ricordandoci che esiste anche questa prospettiva (più distaccata ma pur sempre presente), è possibile vedere le cose con uno sguardo più lucido e più libero. 🍃
Proviamo a "ricordare" a noi stessi, più volte al giorno, che oltre al nostro film preferito esiste tutta una realtà davanti a noi, sempre diversa, che non aspetta altro che essere notata.
Controllare o affidarsi?
Difficile lasciar andare il controllo su ciò che accade...siamo abituati a programmare per filo e per segno le nostre giornate, a monitorare che tutto vada secondo i nostri piani, e ad irrigidirci se le cose poi vanno come invece vogliono andare. 🐇
Quando dividiamo la vita con dei bambini diventa ancora più impossibile controllare ogni minuto della nostra esistenza.
Difficile lasciar andare il controllo su ciò che accade...siamo abituati a programmare per filo e per segno le nostre giornate, a monitorare che tutto vada secondo i nostri piani, e ad irrigidirci se le cose poi vanno come invece vogliono andare. 🐇
Quando dividiamo la vita con dei bambini diventa ancora più impossibile controllare ogni minuto della nostra esistenza.
Perché ci sono loro prima di ogni altra cosa.
Ci sono i loro bisogni, che sono imprevedibili e sempre diversi, e a volte anche difficili da decifrare.
Noi ci proviamo ad organizzare tutto, ma poi arrivano loro e ci ribaltano i piani...e non possiamo fare nulla se non lasciarci andare.
I bambini ci insegnano giorno dopo giorno a mollare un po' la presa, ad affidarci di più allo scorrere degli eventi, e a prenderci un po' meno sul serio. 🌈
A fluire con più leggerezza nell'imprevedibilità delle nostre vite.
Guardarsi intorno
Nella strada verso casa o verso il lavoro proviamo a sollevare lo sguardo dai nostri cellulari o dalle azioni che compiamo automaticamente, posiamo gli occhi sui colori di questa primavera. 🌻🌷
Osserviamo gli alberi in fiore agli angoli delle strade, nei giardini delle case, nei prati dei parchi.
Quanta bellezza!
Nella strada verso casa o verso il lavoro proviamo a sollevare lo sguardo dai nostri cellulari o dalle azioni che compiamo automaticamente, posiamo gli occhi sui colori di questa primavera. 🌻🌷
Osserviamo gli alberi in fiore agli angoli delle strade, nei giardini delle case, nei prati dei parchi.
Quanta bellezza!
Prendiamoci qualche istante per posare anche il nostro olfatto su di essi, che meravigliosi profumi!
Piccoli momenti per connetterci con la natura, assaporandola attraverso i nostri sensi...che ci ricordano che una vita piena si riempie di gesti come questi, semplici e veri.
Il respiro: l'amico che riesce sempre a rassicurarmi
L'hai mai sentita dentro di te questa sensazione?
Quando sei molto stanco, stressato, alienato, quando senti di non essere "centrato" e calmo, quando sei circondato da persone con cui non stai bene...e all'improvviso ricordi a te stesso di fare un bel respiro, magari anche più di uno, e magari socchiudendo anche gli occhi.
L'hai mai sentita dentro di te questa sensazione?
Quando sei molto stanco, stressato, alienato, quando senti di non essere "centrato" e calmo, quando sei circondato da persone con cui non stai bene...e all'improvviso ricordi a te stesso di fare un bel respiro, magari anche più di uno, e magari socchiudendo anche gli occhi.
E a quel punto tutto si placa, per un istante. Senti il flusso d'ossigeno che si irradia nel tuo corpo e rinfresca la tua mente, sei totalmente immerso in questo.
Donando leggerezza e freschezza, il respiro ti rassicura, ti sussurra "ora sei a casa". 💙
Tutto ciò che ti faceva sentire schiacciato diviene allora un pochino più sopportabile, tollerabile.
Riaprendo gli occhi ti sembra di poterti osservare dall'alto, con un sereno distacco, confidente che tutto questo peso passerà, con il cuore rassicurato.
Che possa il respiro diventare per te una ricarica di armonia, una dimora di pace, uno strumento da usare nel quotidiano!
In qualunque luogo, soprattutto in quelli più difficili, e in qualsiasi momento.
Quando e come mi prendo cura di me?
Come provare a farlo nella nostra movimentata routine
Come riesco a prendermi cura di me stesso?
Quali sono le attività in cui sento di donarmi gentilezza e amore mentre le svolgo?
Nel chiedercelo magari ci verranno in mente molti modi in cui riusciamo a volerci bene, o forse ora non ce ne sovviene nemmeno uno...
Spesso le attività che svolgiamo nelle nostre giornate sono tutte tese a un certo obiettivo, sono legate a una performance che vogliamo raggiungere. Durante il nostro lavoro quotidiano, o anche solo mentre facciamo la doccia o da mangiare, la mente è infatti spesso tutta concentrata su quello che "stiamo producendo", per noi o per gli altri, piuttosto che su "come ci sentiamo" mentre lo facciamo. Con il procedere della routine ci sembra così di non avere molti spazi in cui dedicarci con pace e armonia a noi stessi, o comunque che questi momenti siano sempre troppo pochi e brevi.
Può succedere così di sentirci impreparati nel chiederci come ci prendiamo cura di noi stessi durante la nostra normale quotidianità...
E forse la mente ci sussurra anche che in fondo sia impossibile farlo, viste le mille cose che ci sono sempre da fare, e la società così frenetica entro cui abitiamo.
La buona notizia è che possiamo sempre scegliere di introdurre attimi destinati alla cura gentile di noi stessi, tutto parte dalla nostra testa.
Come farlo?
- Chiedersi come le nostre abitudini si sono sedimentate nel tempo è un ottimo primo passo. Come occupo il mio tempo? Soprattutto i cosiddetti "momenti liberi"?
Li riempio con altre attività destinate a raggiungere un risultato, sentendomi soddisfatto solo al loro raggiungimento? Ne approfitto per pianificare i miei impegni, il lavoro e le altre responsabilità che sento addosso? Mi annoio? Mi stordisco con i social network?
- Provo a non giudicarmi, a darmi una pacca sulla spalla, se dovessi accorgermi che la mia routine si è riempita negli anni più di "cose da fare", che di momenti in cui "volermi bene".
Con leggerezza provo a generare un'intenzione dentro di me. Che possa scegliere più spesso di scendere dalla corsa della vita per stare davvero in contatto con me, con amore e gentilezza.
Come una mamma che si prende cura del suo bambino bisognoso di attenzioni, possiamo generare verso di noi quella stessa dedizione e tenerezza, se ci alleniamo a farlo.
Questo atteggiamento benevolo ci potrà essere di aiuto nel contattare i nostri veri bisogni che ci guidano attimo dopo attimo, e nel provare a soddisfarli:
Il mio corpo è stanco e ha bisogno di fermarsi? Desidero abbracciare una persona che amo? Ho bisogno di un po' di silenzio? Sto respirando fluidamente o sono in apnea?
- Mentre sono immerso nella routine cerco di rispettare il mio corpo e le mie emozioni, donando ad essi molta più attenzione di quella a cui sono abituato a dare loro.
E' questione di brevissimi istanti, le altre persone nemmeno se ne accorgono. Tutto succede nella mia testa: scelgo di monitorare il più spesso possibile come stanno il mio corpo e le mie emozioni. Scoprirò cose molto interessanti e preziose, e aumenterà la mia percezione di "volermi bene".
- Scelgo un luogo tranquillo e pratico la meditazione cullare il cuore, ogni volta che sento di voler accogliere con apertura il mio stato emotivo, soprattutto quando è abitato da emozioni difficili da affrontare. Ecco la traccia audio di questa particolare meditazione:
Ogni volta sarà un'esperienza diversa, perché ogni volta le emozioni saranno uniche e differenti. Ma ciò che coltiveremo con questa meditazione sarà sempre l'intenzione di aprire il nostro cuore a tutto quello che sentiamo, senza giudizi o rigide aspettative. Non sarà facile, soprattutto all'inizio, ma possiamo allenarci donando pazienza e un dolce sorriso a noi stessi.
Buona pratica!
Sharon Salzberg approfondisce come coltivare un atteggiamento di gentilezza amorevole, verso di sé e verso gli altri nel suo libro L'arte rivoluzionaria della gioia.
Che io possa essere felice,
che io possa essere al sicuro, libero dalle avversità,
che io possa avere la pace nel cuore e nella mente,
che io possa essere libero dalla sofferenza fisica,
che io possa avere cura di me stesso con gentilezza e saggezza.
Ti presento il Body Scan
Prova a praticare questa meditazione con l'ascolto della traccia audio
Oggi desidero descriverti una pratica Mindfulness che amo particolarmente: il Body Scan.
Oltre ad essere una delle meditazioni più presenti nel mio quotidiano, la conduco spesso durante gli incontri Mindfulness, e mi capita anche di suggerirla nei percorsi di psicoterapia come strumento di centratura e di ascolto del corpo.
Questa pratica si compie solitamente da sdraiati, a pancia in su, con il corpo comodo e fermo.
Anche se la posizione assomiglia molto a quella del sonno, lo scopo non è arrivare ad addormentarsi. Al contrario, l'idea è risvegliare la mente focalizzandola sulle sensazioni che abitano il proprio corpo: si porta l'attenzione all'ascolto delle sensazioni corporee dai piedi fino alla testa, una zona dopo l'altra.
Alcune parti vengono percepite in modo molto vivido, anche se sono completamente immobili. In altre si scoprono piccoli o grandi dolori. Altre ancora sembra invece di non sentirle affatto (istintivamente può venire da muoverle per riuscire a sentirle).
Ma l'invito in tutti questi casi è lo stesso: provare ad ascoltare con curiosità quello che c'è, sia essa una sensazione piacevole, spiacevole o neutra, senza modificare nulla.
Prima di continuare la lettura, se ti va, prova questa pratica ascoltando l'audio che ho registrato e che trovi qui sotto. Ti serve soltanto un luogo tranquillo dove sdraiare il tuo corpo per venti minuti.
Com'è andata?
Forse non è stato semplice mantenere l'attenzione sul corpo?
E' subentrato il sonno? Oppure uno stato di agitazione, noia, irrequietezza?
Se ti sono capitate queste o altre situazioni è assolutamente normale. A meno che tu sia già abituato a questo tipo di pratiche, è molto difficile all'inizio rimanere concentrati, con la mente davvero sveglia, sulla moltitudine di sensazioni sempre diverse che ci trasmette il corpo fermo.
Ma pian piano la mente si abitua a riconoscere i momenti in cui vaga altrove, e impara a riportare con gentilezza l'attenzione alle parti del corpo.
Come ogni cosa, è questione di un po' di pratica.
Con il tempo si apprende a lasciar andare il desiderio di muovere il corpo, il bisogno di percepire per forza sensazioni vivide in ogni sua parte, o di far scomparire dolori o tensioni. Con l'aiuto del respiro, si impara a prendere semplicemente atto di quello che c'è o di quello che non c'è nel nostro corpo.
Il Body Scan diviene uno strumento prezioso ad esempio quando a fine giornata si percepisce la mente accelerata e iperattiva dai tanti stimoli con cui è entrata in contatto, e abbiamo bisogno di “tuffarci” nel nostro corpo per ritrovare un luogo di sicurezza e pace.
In queste situazioni è utile decidere di fermarsi, per ricongiungersi con il proprio sentire corporeo e fisico, prima di andare a letto. E' un atto di amore che doniamo all'organismo, alle nostre cellule.
Un senso di pace, di interezza e di tranquillità potrà emergere alla fine di questa pratica.
Ma scoprirai che ogni volta è sempre diverso, ogni volta ti faranno visita nuovi pensieri, emozioni e sensazioni. E la cosa più bella è che sarai sempre lì pronto ad accoglierli con amore e gentilezza.
Più minuti dedichiamo a questo tipo di ascolto, più diventiamo abili a fare costantemente attenzione ai segnali del corpo durante la vita quotidiana, anche e soprattutto quando ci sembra che il corpo ci stia portando in giro solo come un taxista.
Goditi il miracolo di essere vivo e intero, e di poterlo sentire. Onora il tuo corpo, nella sua totalità, esattamente così com'è.
Carolina Traverso
Fai solo previsioni utili
Qualche consiglio per non rincorrere troppo il futuro
• La mente ci porta continuamente a fare previsioni sulle azioni che dovremo compiere nel futuro, su quelle degli altri e sulla realtà in generale
• Passare del tempo a programmare il futuro può darci la piacevole sensazione di poter controllare almeno un po' il corso degli eventi
• Ma si tratta solo di una illusione
• Le previsioni che facciamo sono solo dei pensieri anticipatori, che delineano solo uno tra gli infiniti scenari che potranno accadere
• E a volte dedicare troppo tempo a quest'attività mentale genera addirittura ansia (più che una concreta utilità)
• Quando ci accorgiamo che questo accade, proviamo a fermarci
• Respiriamo, e proviamo a lasciar andare il desiderio di controllo
• Aggrappiamoci al presente, entrando con tutti i cinque sensi nell'azione che stiamo compiendo: è l'unica che sta esistendo ora, è l'unica davvero su cui possiamo influire
Praticare Mindfulness vuol dire solo meditare?
Poter osservare la nostra mente in qualunque momento
Spesso si crede che praticare Mindfulness voglia dire soltanto sedersi su un cuscino, chiudere gli occhi e iniziare a meditare.
Pensiamo quindi che non faccia per noi, perché siamo sempre molto indaffarati, di corsa, e di certo non abbiamo tempo "da perdere" per sederci con gli occhi chiusi a pensare a chissà cosa.
Oppure siamo convinti che per rilassarci abbiamo bisogno di fare attività sportive, in movimento, in modo da scaricare le tensioni mentali attraverso lo sforzo fisico. Facciamo una corsetta, andiamo in palestra, partecipiamo al nuovo corso di Zumba, per riuscire a "non pensare a niente", per scrollarci di dosso i pesi che sentiamo nella nostra mente.
Sentiamo così di avere già gli strumenti utili per rilassarci. Perché dunque sprecare altre energie per imparare la "tecnica" della meditazione?
Avere queste convinzioni è del tutto normale, metterle in pratica anche, non c'è assolutamente nulla di sbagliato (se sta forse arrivando un po' di senso di colpa, prova a fare un respiro profondo e lascialo andare con un sorriso).
La domanda invece da porci con curiosità è: dov'è la nostra mente in ogni azione che compiamo?
Il corpo guida la macchina, beve il caffè con gli amici, esegue il lavoro per cui veniamo pagati, digerisce il pranzo e la cena: ma la mente è davvero con lui? E' davvero "dentro" di lui?
La brutta notizia è che no, spesso e volentieri la nostra mente viaggia per luoghi e tempi lontani che non hanno nulla a che vedere con l'azione che stiamo compiendo nel presente. Stiamo pensando a cosa dovremo preparare da mangiare mentre sudiamo al corso di Zumba, a come comportarci con quel collega di lavoro che non sopportiamo mentre ceniamo a casa con la nostra famiglia. Se ci facciamo caso, noteremo con quanta frequenza la mente è impegnata a pensare a tutt'altro rispetto a quello per cui il corpo è impegnato.
La bella notizia è che non c'è nulla che non va in noi, è semplicemente la nostra mente che compie il suo incessante lavoro: pianifica gli eventi futuri e rielabora quelli passati. Ogni essere umano ha dentro la testa un cervello che continua a fare queste cose, siamo programmati così.
La notizia ancora più bella è che proprio noi esseri umani abbiamo un'altra capacità che ci rende diversi dagli animali: la possibilità di "osservare" quella stessa mente in continuo movimento. Possiamo fare caso alla sua attività, e accorgerci se è davvero con il corpo, dentro al corpo, immersa nell'esperienza del presente, o nel passato o futuro.
Possiamo fare una "fotografia" dei pensieri che stiamo producendo, notando se sono collegati o meno a quello che sentiamo nel corpo, che facciamo con il corpo. Questa si chiama consapevolezza, significa praticare Mindfulness nelle azioni di vita quotidiana.
E allora potremo andare a fare una corsetta, in palestra, al lavoro, a casa con la nostra famiglia, in un modo un po' diverso: con curiosità noteremo quando la mente ci conduce lontani, per poi scegliere di riportarla alle sensazioni del corpo che si muove, che fatica, che corre, che ama.
La meditazione si inserisce come una sorta di "allenamento" a fare attenzione a quello che succede in noi, momento dopo momento. Con l'obiettivo di usare questa capacità nella nostra vita quotidiana, per essere meno in balia dell'attività automatica del cervello, più presenti a noi stessi.
Quindi no, praticare Mindfulness non significa solo chiudere gli occhi, sedersi e meditare.
Vuol dire rendere ogni momento della vita un'occasione per coltivare la consapevolezza.
Articoli curati dalla Dott.ssa Sara Citro, Psicologa, Psicoterapeuta ed insegnante Mindfulness.